La struttura urbanistica del paese, ideata da Ascanio della Corgna su proposte dell'amico-maestro Galeazzo Alessi, prevede le mura medievali che raccolgono il paese e tre sono le porte di accesso al paese, tre le strade principali, tre le piazze, tre le Chiese e perfino il Mastio ha soltanto tre lati. Infatti il borgo di Castiglione del Lago fu progettato tenendo conto della simbologia esoterica del numero 3 (il 3 comanda l'universo ed è il numero più magico e potente), secondo una consuetudine diffusa nell'architettura e urbanistica del tempo.
|
Porte di Castiglione del Lago nell'ordine a Partire
da Sinistra:
Porta Perugina, Porta Fiorentina, Porta Senese
|
Il Palazzo Ducale o Palazzo della Corgna, l'attuale sede del Comune ed è situato vicino alla Rocca del Leone. Sia il Vignola che Galeazzo Alessi concorsero alla progettazione del palazzo, che fu la principale residenza dei della Corgna che governarono, dal 1563 al 1647. Concepito come una piccola "reggia", è separato dal paese e circondato da un fiorente giardino, celebrato dal poeta di corte Cesare Caporali.
Il palazzo, a forma di una elle, era articolato su quattro elevazioni, l'ingresso principale, cui si accedeva mediante due rampe di scale, era localizzato nella facciata principale, sul retro, con vista sul lago Trasimeno, si apriva un secondo accesso contenuto in una torre.
|
Palazzo Ducale o Palazzo della Corgna
|
Al suo interno bellissime sale affrescate, il piano terra veniva usato dai della Corgna come sede di un "cenacolo intellettuale" qui troviamo finissimi affreschi con le storie del mondo alla rovescia e Diana e Callisto, attribuiti a Salvio Savini.
La sala d’ingresso è detta “Sala di Paride”, al centro della volta, opera del Pomarancio, è dipinto il Giudizio di Paride. Gli affreschi celebrano il matrimonio tra Diomede della Corgna, nipote e figlio adottivo di Ascanio, con Porzia Colonna.
Al piano superiore la Sala Maggiore, il luogo di rappresentanza del marchesato e, in quanto tale, gli affreschi commissionati al Pomarancio da Diomede della Corgna-della Penna (1582-83) avrebbero dovuto eternare le gesta di Ascanio I. |
Affreschi Palazzo della Corgna
|
Dalla Sala del Teatro si accedeva alla Sala del trono, in cui i signori, sbrigavano gli affari di stato, qui troviamo lo stemma di famiglia, da qui una porta segreta comunicava con un camminamento coperto, con feritoie sul lago, che conduceva alla rocca del Leone e poteva essere utilizzato come via di fuga, in caso di incombente pericolo. Infine la Sala dell'Eneide, affrescata con storie dell'eroe troiano dal Pomarancio e da Giovanni Antonio Pandolfi, dove si riuniva il Consiglio dei Priori; la Sala dell'Archivio con la vicenda di Fetonte, del Pandolfi; la Sala di Diana e Callisto, con le caratteristiche scene del mondo a rovescio; la Sala delle Arti (prigione) e delle Metamorfosi (Apollo e Dafne). |
Affreschi Palazzo della Corgna
|
Il pregiato arredamento dei della Corgna si disperse tra gli affittuari e oggi rimangono solo 24 poltrone e un organo consevato nella Chiesa di San Domenico. |
Due stanze del Palazzo della Corgna, sono state riservate per ospitare reperti di tombe etrusche e di ritrovamenti romani in parte già di proprietà comunale ed in parte donate da privati cittadini che ne erano in possesso da tempo immemore e che, finalmente, hanno avuto la possibilità di metterli a disposizione della collettività in maniera gratuita e volontaria, così è nato il Museo Antiquarium.
|
Antiquarium
|
La visita dell’Antiquarium inizia con la sezione paleontologica. I resti fossili di ammoniti mesozoici di Migiana (Giurassico inferiore) e quelli di mammiferi quaternari di Ellera (Pleistocene inferiore), accompagnati da un aggiornato apparato didattico, illustrano due lontane e importanti tappe della storia del territorio di Corciano.
Testimone dell'archeologia classica è invece il sarcofago delle Volpaie che appartiene ad una tipologia di monumenti realizzata con una varietà di calcare, nota come pietra fetida, diffusa nei territori di Chianciano, Chiusi, Cetona e Sarteano.
Apertura:
- Aprile/Ottobre
tutti i giorni dalle 10.00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00
- Novembre/Marzo
giovedì e venerdì dalle 15:00 alle 18:00
sabato e domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00
|
Imponente è la Rocca del Leone, che caratterizza la cittadina. L'interessante struttura pentagonale irregolare, dominata da un torrione triangolare alto 39 metri; agli angoli, quattro torri fortificano le mura merlate.
Fu fatta erigere dall'imperatore Federico II di Svevia nelle prime decadi del 1200, come obiettivo nel dislocamento delle truppe, sui resti di una più antica costruzione, corredata di una pieve, dedicata ai SS. Filippo e Giacomo, della quale rimangono pochi ruderi. |
Rocca del Leone |
La vera rocca è costituita dall'estrema appendice del baluardo che serra la piccola penisola sul Trasimeno.
Il maschio, che si distingue per la sua particolare base triangolare, poichè anch'esso progettato tenendo conto della simbologia esoterica del numero 3, come il resto del borgo; esercitava attività di accurata vigilanza sul lago e sulle terre limitrofe, rappresentando l'ultima fortificazione cautelativa. |
Il fortilizio è stato trasformato a più riprese: Federico II quasi sicuramente incaricò Elia da Cortona di ricostruirlo. Ascanio della Corgna, esperto in architettura militare, lo rese inattaccabile e per questo motivo famoso in Europa, infatti sostituì alcune torri con bastioni cilindrici e fece realizzare, all'interno del recinto, un giardino all'italiana.
Il complesso fu migliorato e ingrandito nel 1503 dai signori di Perugia Giampaolo Baglioni e Malatesta IV che vi fissarono la residenza estiva.
La Rocca fu assaltata, nel 1642, con scarsi risultati, dall'esercito del duca di Parma Odoardo I, per ottenere il passaggio nel feudo corgnesco, durante la cosiddetta Guerra Barberina per l'occupazione del farnesiano ducato di Castro (1641-1644) ed i soldati, pertanto, in assenza di Fulvio II, penetrarono nel borgo con altri sistemi.
La rocca, infine, dopo la devoluzione del ducato castiglionese allo Stato della Chiesa, in seguito alla morte, nel 1647, del duca Fulvio II, privo di eredi, passò sotto la giurisdizione pontificia e, nel 1860, al locale comune.
Attualmente è utilizzata per spettacoli folcloristici e teatrali durante l'estate.
|
La Chiesa di Santa Maria Maddalena, detta anche pieve o priorata, è ubicata in via Vittorio Emanuele (presso la Porta Senese), nel corso principale del centro storico di Castiglione del Lago, è il luogo di culto più importante del borgo medievale umbro. L'attuale chiesa, di impianto del primo Ottocento è stata costruita su un edificio preesistente.
Tra il 1836 e il 1860 Giovanni Caproni, rinomato architettodell'epoca, progettò la costruzione del nuovo tempio, in stile neoclassico: nel 1868 fu completato il pronao e nel 1893 venne realizzato il campanile, vicino alla cupola.
L'interno della chiesa custodisce alcune opere d'arte, tra cui la Madonna del Latte (scuola senese del Trecento), La cena di Emmaus (affresco del 1850 di Mariano Piervittori che decorò anche il coro).
La parte sinistra è impreziosita dalla Madonna in Trono (attribuito a Eusebio da San Giorgio, anch'egli allievo della bottega perugina del famoso artista Pietro Vannucci).
|
Chiesa di Santa Maria Maddalena |
La Chiesa di San Domenico fatta erigere nel 1638 dal duca Fulvio II, come ringraziamento per la guarigione della moglie Eleonora de Mendoza (da una cancrena).
La chiesa, in stile barocco è composta da due vaste aule: la prima corrisponde a quella dove si celebrano i riti religiosi, la seconda alla sacrestia, in cui vengono conservate le reliquie (tra cui il busto di santa Barbara, donato dalla duchessa Eleonora) e si convocano le riunioni dei confratelli della Venerabile compagnia di san Domenico.
L'interno, rettangolare, è impreziosito da un ricco altare maggiore, con il dipinto della Vergine con il Bambino, e, ai lati, le |
Chiesa di San Domenico |
statue di legno di san Domenico e dell'arcangelo Michele, attribuita all'artista fiammingo Girolamo Scaglia. Di pregevole fattura organo del Seicento proveniente dal palazzo ducale. Interessante il controsoffitto ligneo a cassettoni decorato in oro e celeste con, al centro, lo stemma dei Bourbon di Sorbello, inquartato con l'arme dei Baglioni.
Nell'adiacente cappella del Salvatore si trovano le tombe del poeta Cesare Caporali e del duca Fulvio II, e interessanti statue di legno, da questi donate, raffiguranti Gesù flagellato e il Santo di Guzman. |
|